Insane (Ungheria) «King of Fools» (2006)

Insane (ungheria) «King Of Fools» | MetalWave.it Recensioni Autore:
AtoragoN »

 

Recensione Pubblicata il:
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1380

 

Band:
Insane (Ungheria)
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Titolo:
King of Fools

 

Nazione:
Ungheria

 

Formazione:
Bende Imre - guitar
Knapp Oszkár - vocal,sampler
Kádár László - guitar
Lehelvári Péter - bass
Érsek Gábor - drums

 

Genere:

 

Durata:
46'

 

Formato:

 

Data di Uscita:
2006

 

Etichetta:

 

Distribuzione:
---

 

Agenzia di Promozione:
---

 

Recensione

Stavolta ci troviamo alle prese con una band Ungherese già avviata, al terzo disco, sulle scene già dal 1998 e già con alcuni tour da headliner e video in rotazione su “Viva TV” alle spalle, gli insane sin dalle prime note si mostrano smaliziati nell'esecuzione e nel muoversi all'interno di un nu metal molto vario, sempre attento alla melodia catchy nei refrain, potente e preciso. Partiamo proprio dall'esecuzione: il quintetto suona molto compatto (come ci si dovrebbe aspettare da una band di questo livello), la batteria suona bella acustica e funkeggiante nei ritmi (anche se il pedale potrebbe anche essere triggerato), le chitarre tessono riff a volte standard per questa sorta di moderno metal-rock che strizza molto l'occhio al sound statunitense (potremmo accomunargli band come Seether, Nickelback, ma anche Korn e Adema, e Chimaira o i tedeschi Caliban per le parti più metalcore), a volte piuttosto creativi, armonizzati, oppure caldi arpeggi effettati, uso di armonici, chitarre pesantemente detuned, insomma tutto quello che è lecito aspettarsi da una band del genere. Il basso è sempre in primo piano e dona una pesantezza ai pezzi a volte davvero notevole, quindi si rivela una scelta azzeccatissima il metterlo in primo piano; ed infine passando ad analizzare la voce troviamo l'unico punto debole: i puliti sono spesso stonati e il growl è gradevole ma nulla più, riesce a colpire solo negli acuti più strozzati. Come avrete capito dalle band di riferimento il sound è abbastanza eterogeneo, il disco scivola con disinvoltura dai pezzi da classifica a quelli più metalcore, in growl e col la batteria serrata, e questa varietà se da un lato è un bene, dimostra che i musicisti non hanno paura di sperimentare e sono aperti a tante influenze diverse, dall'altro inevitabilmente mostra che alcune cose gli vengono molto meglio di altre, e lascia intendere che un disco fatto interamente puntando sui loro punti di forza (le parti più spinte e metalcore nella fattispecie) gioverebbe alla band tutta. L'album contiene 14 pezzi, che nonostante la varietà si amalgamano bene, lo stile è comunque abbastanza personale e gli permette di variare senza perdere il filo logico, il che è fondamentale ed è sintomo di maturità stilistica e capacità di interpretare ed elaborare le influenze attraverso il proprio punto di vista, qualcosa che la maggior parte delle band al mondo non è in grado di fare. Tra i pezzi si segnalano per la qualità sicuramente la title track “King of Fools”, che è sicuramente la più interessante a livello di melodie, la iniziale “Halfway to Hell”, la atmosferica e groovy “Scare the Crows”, che se cantata meglio sarebbe potuta essere un potenziale singolone, “Requiem”, che è altrettanto gradevole, e per concludere “Monochrome” che è forse la più interessante da un punto di vista strumentale, con la presenza di chitarre pulite e pianoforte. Per concludere “King of Fools” è un buon disco, anche se non eccezionale, ma mostra una scena Ungherese viva e che speriamo ci porti altre interessanti realtà nel prossimo futuro.

Track by Track
  1. Halfway to Hell 75
  2. The Run 70
  3. Last Lucky Day 68
  4. Set it on Me 72
  5. Army of Cheaters 70
  6. Icbad 68
  7. Parasite 65
  8. Scare the Crows 72
  9. King of Fools 83
  10. Requiem 75
  11. In the Movies 60
  12. The End of the End 60
  13. Monochrome 72
  14. Downtown 65
Giudizio Confezione
  • Qualità Audio: 78
  • Qualità Artwork: 68
  • Originalità: 65
  • Tecnica: 70
Giudizio Finale
70

 

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